PLE e l’utilizzo delle imbracature di sicurezza

Durante l’uso delle piattaforme di lavoro mobili elevabili (PLE) è presente il pericolo di essere sbalzati fuori o di cadere dalla piattaforma ed è dunque necessario mettere in atto misure di protezione e buone prassi lavorative.

L’allegato VI del D.Lgs. 81/2008 al punto 4.1 prevede che: “Sui ponti sviluppabili e simili gli operai addetti devono fare uso di idonea cintura di sicurezza”.

In molti Paesi europei tale obbligo è previsto esclusivamente per le piattaforme di lavoro a braccio, effettivamente in grado di generare il cosiddetto effetto catapulta e di sbalzare il lavoratore fuori dalla piattaforma di lavoro.

Per le piattaforme di lavoro verticali l’utilizzo delle imbracature è previsto solo durante la fase di traslazione in elevato e comunque rimesso a una specifica valutazione dei rischi da parte del datore di lavoro.

Questo significa che se non è ravvisato un rischio di caduta specifico il lavoratore può non utilizzare tale DPI, essendo che le macchine sono già dotate di parapetti in grado di prevenire efficacemente la caduta.

L’utilizzo delle imbracature sulle piattaforme a sviluppo verticale talvolta rende complicato l’esecuzione dei lavori da effettuarsi in quota, pregiudicando l’operatività dei lavoratori e rallentandone la produttività.

Considerato che diventa difficoltoso rimanere collegati al punto di aggancio della piattaforma durante le lavorazioni, specie nel caso di piattaforme di grandi dimensioni e in presenza di più lavoratori a bordo, si può valutare l’obbligo di aggancio solo ogni qual volta si effettui un qualsiasi spostamento, sia verticale che orizzontale della PLE. Questo, ovviamente, supportato da una documentata valutazione del rischio, che escluda come rischio residuo nelle PLE verticali, la possibile caduta dell’operatore all’esterno della piattaforma.

Di fondamentale importanza, quindi, è sempre la valutazione del rischio da parte del datore di lavoro; la formazione e addestramento degli utilizzatori dei DPI (obbligatorio per tutti i DPI di 3^ categoria) unita ai controlli prima di ogni utilizzo; la corretta manutenzione e la verifica che va effettuata almeno una volta ogni dodici mesi, salvo diverse indicazioni del costruttore e registrata nell’apposito registro.

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Il lavoro su fune è un lavoro difficile e molto professionale che richiede formazione ed esperienza.

I lavori su fune si stanno diffondendo sempre di più. Ma quando si può ricorrere a questi sistemi? Quali sono le figure coinvolte e quali responsabilità hanno?

Si ricorre ai lavori su fune quando, dopo un’analisi approfondita, non si possono eseguire lavori in quota in condizioni di sicurezza diverse e con ergonomia adeguata, partendo da un luogo idoneo allo scopo, con la priorità sulla scelta di misure di protezione collettive rispetto a quelle individuali. Va considerata la frequenza di intervento, la durata dello stesso, e il dislivello rispetto alla postazione di partenza.

Dunque, quando la durata dell’intervento è breve e non si possono ragionevolmente modificare le caratteristiche dei siti esistenti da parte del datore di lavoro.

I lavori su fune possono essere eseguiti, a seconda della tipologia specifica, da personale informato, formato ed addestrato, secondo quanto contenuto all’allegato XXI del Testo Unico.

Serve seguire un programma dettagliato, che comprenda anche un piano di emergenza efficace.

Fondamentale è affidarsi ad un tecnico esperto: uno specialista con esperienza è in grado di lavorare in contesti edili civili come all’interno di siti industriali con particolari conformazioni fino ai lavori in spazi confinati.

Quando si ha a che fare con un tecnico esperto, e lo si convoca in azienda o in cantiere per una soluzione, egli tenterà in tutti i modi possibili di evitare di ricorrere al lavoro su fune:

-valuterà la situazione in termini di urgenza e durata;

-verificherà la possibilità, prima di tutto, di adottare sistemi anticaduta collettivi come ponteggi o parapetti;

-terrà conto delle condizioni ambientali e la tipologia di lavoro da svolgere in quota o in sospensione;

-solo alla fine, scartate tutte le altre opzioni, valuterà una procedura di intervento in fune.

Dunque, un tecnico esperto sarà capace di gestire e organizzare il cantiere, applicare procedure di soccorso ed emergenza, addestrare il personale e, infine, indirizzare il cliente nel giusto percorso formativo e verso il giusto addestramento in base alla tipologia di lavoro che intende svolgere.

Speleologi e canyonisti per passione, i fratelli Morbidoni hanno una lunga esperienza nei lavori di manutenzione su fune, soprattutto in strutture industriali, aziende agricole e vitivinicole. Anche e soprattutto all’interno di silos, cisterne, pozzi e ciminiere.

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