Gli ambienti confinati rappresentano un importante capitolo della sicurezza sul lavoro.
Le definizioni di ambiente confinato sono diverse e non sempre esaustive, ma tra le più comuni lo spazio confinato viene identificato come luogo chiuso, totalmente o parzialmente, che, sebbene non progettato e costruito per essere occupato in permanenza da persone, lo può essere temporaneamente per particolari interventi lavorativi (ispezione, pulizia, manutenzione, ecc.)
A livello legislativo non vi è un’unica norma che definisca in modo univoco quali sono gli spazi confinati e come agire in tali ambienti.
Inizialmente la normativa di riferimento era il D.Lgs. 81/08 (articoli 66 e 121 e Allegato IV, punto 3) ma in seguito, per contrastare i tanti incidenti gravi nel settore, è stato varato anche il DPR 177/2011 (“Regolamento recante norme per la qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in ambienti sospetti di inquinamento o confinanti”) con le linee guida e le procedure da rispettare.
I principali rischi degli spazi confinati riguardano la presenza di sostanze inquinanti nell’aria, la carenza di ossigeno, condizioni microclimatiche sfavorevoli (calore, umidità, ecc), l’esposizione a sorgenti acustiche a livelli di emissione pericolosi.
I settori più a rischio sono quelli industriali.
Secondo quanto stabilito dal D.Lgs.81/08, datore di lavoro e personale che operano in ambienti confinati sono obbligati a ricevere un’adeguata formazione e addestramento.
Inoltre, è fondamentale adottare Dispositivi di Protezione Individuale, a seconda dei casi specifici.
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