Il sistema linee vita comprende dispositivi di tipo A, di tipo B, di tipo C, di tipo D e infine di tipo E.

Con il termine linee vita, nel linguaggio comune, si intende sistemi anticaduta posti su coperture atte a migliorare la sicurezza degli operatori che svolgono lavori in quota.

La parola “Linea” fa riferimento alla tipologia di dispositivo di ancoraggio ovvero un cavo flessibile disposto orizzontalmente, mentre col termine “Vita” il riferimento è volto alla finalità di questi prodotti ovvero di salvare la vita delle persone che ne fanno uso.

Le Linee Vita sono necessarie quando un lavoro viene svolto ad un’altezza superiore ai 2 metri da un piano di calpestio stabile.

Come nascono le Linee vita?

La progettazione delle linee vita è generalmente soggetta alla norma tecnica EN 795:2012 che descrive 5 tipologie di sistemi anticaduta in base alle sue caratteristiche:

-Tipo A: Punti di ancoraggio singoli;

-Tipo B: Dispositivo di ancoraggio removibile;

-Tipo C: Dispositivo di ancoraggio a linea flessibile;

-Tipo D: Dispositivo di ancoraggio a linea rigida;

-Tipo E: Dispositivo di ancoraggio zavorrato.

Linea Vita: Dispositivo di ancoraggio di Tipo C

La tipologia più comune di Linea Vita è il Tipo C, ovvero il Dispositivo di ancoraggio a linea flessibile. Si tratta della vera e propria linea vita costituita da due o più supporti e da una fune flessibile, generalmente in acciaio, a cui l’operatore può agganciarsi mediante i suoi DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) in dotazione.

Questa soluzione comporta una maggiore ergonomia rispetto ai punti singoli in quanto l’operatore può compiere lunghe distanze senza mai doversi staccare dal dispositivo.

Come funziona una Linea vita?

La Linea Vita è il dispositivo di ancoraggio per tetti maggiormente impiegato nella progettazione di messa in sicurezza di una copertura in quanto consente un’ampia libertà di azione e di movimento. L’operatore agganciato ad una linea vita, attraverso un opportuno dispositivo di collegamento, è protetto da una eventuale accidentale caduta in quanto la linea flessibile raggiunta la sua massima deformazione esercita un’azione di richiamo che tende a smorzare gli effetti dell’evento.

La presenza di un elemento di assorbimento dell’energia impulsiva, che si genera in occasione di una caduta, è di fondamentale importanza, in quanto permette di attenuare lo sforzo risultante che arriva ai supporti di estremità, limitandolo a valori compatibili con l’esecuzione di un normale fissaggio strutturale.

L’installazione della Linea Vita

L‘installazione della Linea vita, deve essere eseguita in maniera assolutamente corretta, seguendo le indicazioni del fabbricante, collaudando il sistema secondo indicazione del costruttore, testandone l’efficienza e la corretta posa.

È quindi indispensabile affidare la progettazione e l’installazione di una Linea vita soltanto a personale qualificato ed esperto.

Per maggiori info: https://www.iconsnc.it/

Gli spazi confinati sono ambienti limitati dove, per la presenza di sostanze tossiche o di particolari fattori di pericolo il rischio di infortuni o di morte è molto elevato ed è fondamentale l’utilizzo di dispositivi di protezione.

Due dei requisiti sono indispensabili per la prevenzione dei rischi correlati alle attività negli ambienti confinati:

-la messa a disposizione, da parte del datore di lavoro di adeguati dispositivi di protezione, di attrezzature di lavoro, di strumentazioni per il controllo dell’atmosfera all’interno dei luoghi di lavoro;

-il possesso dell’idoneità sanitaria alla mansione da parte dei lavoratori.

L’art. 74 del D.Lgs. 81/08 fornisce la seguente definizione di DPI: “qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo”.

I D.P.I. devono essere sempre utilizzati qualora il pericolo non possa essere eliminato o evitato. Quindi, devono sempre essere presenti quando si lavora negli ambienti confinati. Devono, inoltre, essere adeguati al tipo di rischio che il lavoratore corre nello svolgere il suo lavoro e tenere conto dell’esigenze ergonomiche di chi dovrà utilizzarli.

A seconda dei casi specifici, le attrezzature richieste per gestire efficacemente le situazioni di rischio sono:

– imbragature di sicurezza;

– dispositivi di ancoraggio (per la protezione dalle cadute dall’alto);

– guanti di protezione;

– maschere con filtro o respiratori isolanti (a seconda degli agenti chimici presenti e della concentrazione di ossigeno nell’aria);

– elmetto per la protezione della testa;

– protezione per gli occhi (se esposti a sostanze pericolose o schegge);

– indumenti di protezione;

– calzature di sicurezza.

I dispositivi che permettono la protezione delle vie respiratorie vanno sempre utilizzati quando si lavora in spazi ristretti o dalle temperature non idonee, quando si rischia intossicazione da gas o vi è una carenza di ossigeno, in prossimità di altiforni, quando sono presenti fumi di metalli pesanti o polveri, per i lavori in pozzetti, canali e vani sotterranei della rete fognaria.

È importantissimo, inoltre, che chi è destinato ad utilizzare i D.P.I. venga adeguatamente formato sulla funzione e sul modo di utilizzo. Secondo quanto stabilito dal D.Lgs.81/08, datore di lavoro e personale che operano in ambienti sospetti di inquinamento o confinati sono obbligati a ricevere un’adeguata formazione e addestramento.

Infine i D.P.I. devono essere conformi e possedere la marcatura CE, che garantisce che il produttore, o chi per lui, possa mostrare, qualora gli venga richiesto, la dichiarazione di conformità CE.

Per poter svolgere i lavori negli spazi confinati, contatta il team di Icon Snc:

https://www.iconsnc.it/