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Per la pulizia dei DPI di terza categoria è sempre importante leggere le raccomandazioni dell’azienda produttrice per non rischiare di danneggiare il materiale o non effettuare una corretta disinfezione.

I componenti tessili di un DPI di terza categoria sono composti, almeno nelle marche di alta qualità da fibre in poliestere o in polivinile.

Sono polimeri molto resistenti e duraturi, per molti versi inattaccabili dalla maggior parte degli agenti chimici con i quali vengono a contatto e che normalmente si trovano in cantieri o negli ambienti confinati.

Polveri e vernici sui DPI

Anche se è stato visto che polveri e vernici non provocano un importante decadimento della resistenza delle parti tessili o metalliche, tendono, però, a provocare un ispessimento ed un irrigidimento della fettuccia ma anche un consumo delle fibbie metalliche che, in queste condizioni, non permettono una buona regolazione sull’operatore.

La non corretta regolazione dei DPI, come sappiamo bene, è forse una delle maggiori cause di danni fisici e traumi in caso di caduta.

Ambiente marino e atmosfere salmastre

Lavorare con i propri DPI in zone portuali, su navi ma anche semplicemente in località balneari, espone questi ad un costante aerosol di acqua e sale. In ambito di sicurezza, questo è ben evidente anche sulle linee vita permanenti o su scale e parapetti che spesso devono subire importanti manutenzioni atte ad evitare i processi corrosivi del sale. Lo stesso problema lo possiamo riscontrare sia sulle fibbie metalliche che sui moschettoni così come sulle parti tessili.

Sale e umidità si insinuano anche all’interno dei dissipatori e nelle imbottiture dei caschi causandone un veloce deperimento.

Sudore

Il sudore trasferisce ai DPI la sua acidità e i sali in esso contenuto, per non parlare poi della proliferazione batterica. Quindi possono subire danno non solo le parti tessili ma anche e soprattutto le parti metalliche.

In questo caso igiene è anche sicurezza.

Come pulire i DPI?

Ogni produttore indica le procedure corrette per un corretto lavaggio e immagazzinamento dei propri dispositivi. Si trova nel manuale di uso e manutenzione che deve sempre accompagnare il DPI, sotto la voce generica di MANUTENZIONE E IMMAGAZZINAMENTO

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I lavori di manutenzione sulle facciate e tetti condominiali e l’eventuale utilizzo di edilizia su fune.

I lavori su fune sono una particolare tipologia di lavori in quota in cui non vengono impiegati ponteggi, ma gli operatori si calano dall’alto, ancorati a particolari sistemi di protezione.

Una grande opportunità per lavori condominiali: non solo rappresenta un risparmio in termini di costo, ma non ci sarà nessun ingombro, totale libertà di accedere all’edificio, di prendersi cura di piante su terrazzi e balconi ed eliminazione del rischio d’intrusioni in casa dall’esterno, anche durante i lavori.

Ricorrere all’edilizia su fune potrebbe risultare quindi una soluzione economica e non invasiva per il condominio.

Per svolgere questo lavoro gli operatori devono essere formati su competenze e tecniche derivanti dall’ambito dell’alpinismo, della speleologia e dell’arrampicata.

Gli operatori, quindi, oltre a essere dotati di dispositivi di sicurezza testati e certificati, devono aver svolto specifici corsi di formazione e addestramento regolamentati dal d. lgs 81/08.

C’è da dire, però, che i lavori su fune sono ammessi solo in casi particolari dove potrebbe risultare difficile o particolarmente sfavorevole l’allestimento di un ponteggio, ma solo dopo un’attenta valutazione dei rischi dalla quale emerga come l’uso del ponteggio sia praticamente impossibile.

Per fare ciò è necessario valutare:

  1. a) impossibilità di accesso con altre attrezzature di lavoro
  2. b) pericolosità di utilizzo di altre attrezzature di lavoro
  3. c) impossibilità di utilizzo di mezzi di protezione collettiva
  4. d) esigenza di urgenza d’intervento giustificata
  5. e) minore rischio complessivo rispetto alle altre soluzioni operative
  6. f) durata limitata nel tempo dell’intervento
  7. g) impossibilità di modifica del sito ove è posto il luogo di lavoro.

 

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