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  • Gli elmetti di protezione sono vari ed efficienti nel loro ruolo, dai caschi da cantiere al casco da lavoro con visiera, ne esiste uno per ogni attività.

    Il casco antinfortunistico, chiamato anche casco di protezione o elmetto di sicurezza, è un elemento indispensabile per la salvaguardia del lavoratore, ma non solo. Si tratta di un DPI (dispositivo di protezione individuale) necessario a proteggersi dalla caduta di oggetti e/o schegge, e parti pericolose di materiali in utilizzo.

    Gli elmetti di sicurezza non sono tutti uguali e si dividono a loro volta in diverse tipologie a seconda dell’attività a cui sono destinati.

    Il livello di protezione che offrono infatti cambia e ognuno presenta caratteristiche specifiche idonee al contesto in cui deve essere usato.

    Ecco le categorie principali:

    • Elmetto antiurto per l’industria: resiste agli urti ed è indicato per i lavori in ambiti che non comportano rischi particolarmente significativi. Può essere dotato di accessori vari tra cui cuffie o torce.
    • Elmetto di protezione contro le cadute dall’ alto: protegge contro la caduta di oggetti e durante un’eventuale caduta evita di battere il capo contro gli ostacoli circostanti. Si usa principalmente nell’edilizia ed è costituito da una calotta per attutire gli impatti, un cinturino sottogola resistente da 25 a 50kg di tiro e un sistema di regolazione sulla nuca, oltre ad una fascia antisudore.
    • Elmetto a elevate prestazioni: assorbe gli urti forti e resiste a penetrazioni profonde. È adatto ai lavori pericolosi ed è costituito da calotta, bardatura, cinturino sottogola e sistema di regolazione.
    • Casco da elettricista: è molto resistente alle correnti elettriche (anche fino a 440 volt per le esposizioni di breve durata) ed è quindi il più indicato per gli interventi che comportano rischi di folgorazione.
    • Casco forestale: progettato per resistere alle schegge e alla caduta dei rami. È dotato di visiera per proteggere gli occhi e di protezioni auricolari per attutire i rumori ed è quindi destinato a lavori forestali e di giardinaggio.

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La legge non impone agli installatori di seguire corsi formativi, ma prevede che questi siano adeguatamente formati e in grado di dimostrare al committente le proprie competenze, ossia devono essere a conoscenza delle peculiarità che caratterizzano il sistema anticaduta, delle problematiche che potrebbe incontrare e delle soluzioni da adottare.

Il montaggio delle linee vita esige molte conoscenze e qualifiche allo scopo di soddisfare tutti i requisiti di sicurezza richiesti dalla legge. Questo significa che una linea vita non può essere montata da chiunque: solo i professionisti del settore, abilitati dal fornitore dei sistemi da installare, possono procedere a svolgere questo compito in accordo con le disposizioni di legge.

La nostra azienda, ad esempio, dispone di personale qualificato specificamente dedicato all’installazione delle linee vita.

Il montatore di linee vita, per essere in grado di eseguire un montaggio a regola d’arte, deve essere una persona con esperienza manuale nel settore delle coperture, saper usare le attrezzature, quali trapano e resina bi-componente, conoscere la struttura delle coperture, sapere aprire e richiudere una copertura evitando le infiltrazioni di acqua, e disporre di conoscenze che si apprendono dopo anni di lavoro nel settore.

Caratteristiche specifiche del montatore di linee vita:

Formazione obbligatoria per l’utilizzo dei DPI in quota (III Categoria);

Formazione sul montaggio di linee vita;

Formazione tecnica idonea alla comprensione di un manuale tecnico di una L.V.;

Formazione minima sulla lettura di un progetto e di un disegno tecnico;

Preparazione tecnica sulla valutazione della consistenza dei materiali;

Disponibilità di attrezzature adeguate alle caratteristiche delle diverse coperture;

Disponibilità di attrezzatura tecnica idonea per verifica e collaudo degli ancoraggi;

Utilizzo corretto delle resine bi-componenti come da schede tecniche del prodotto;

Formazione per redigere un certificato di corretto montaggio.

Come scegliere un montatore con esperienza?

L’unico modo che ha un montatore per dimostrare tale esperienza è disporre di un attestato di formazione sul montaggio delle linee vita – meglio se pluri-marca – e una visura camerale che dimostri alcuni anni di esperienza nel settore.

Dopo aver eseguito il montaggio come da progetto dell’Ingegnere progettista, e controllato che le caratteristiche della copertura corrispondano a quanto inserito nel progetto, il montatore – come da norme tecniche UNI 11560/2015 e UNI EN 795/2012 e UNI 11578/2015 – deve svolgere verifiche di collaudo in base al fissaggio applicando forze di 5 kN per 15 secondi.

Al termine del montaggio deve redigere un certificato di corretto montaggio, che comprenderà: luogo esatto del cantiere, committente, progetto, caratteristiche particolari del montaggio, collaudo, firma per presa responsabilità.

L’unico modo per avere un sistema anticaduta sicuro è affidarsi ad una azienda specializzata del settore, come Icon Snc.

Richiedi maggiori informazioni
Tel. 071-7108525

Il sistema linee vita comprende dispositivi di tipo A, di tipo B, di tipo C, di tipo D e infine di tipo E.

Con il termine linee vita, nel linguaggio comune, si intende sistemi anticaduta posti su coperture atte a migliorare la sicurezza degli operatori che svolgono lavori in quota.

La parola “Linea” fa riferimento alla tipologia di dispositivo di ancoraggio ovvero un cavo flessibile disposto orizzontalmente, mentre col termine “Vita” il riferimento è volto alla finalità di questi prodotti ovvero di salvare la vita delle persone che ne fanno uso.

Le Linee Vita sono necessarie quando un lavoro viene svolto ad un’altezza superiore ai 2 metri da un piano di calpestio stabile.

Come nascono le Linee vita?

La progettazione delle linee vita è generalmente soggetta alla norma tecnica EN 795:2012 che descrive 5 tipologie di sistemi anticaduta in base alle sue caratteristiche:

-Tipo A: Punti di ancoraggio singoli;

-Tipo B: Dispositivo di ancoraggio removibile;

-Tipo C: Dispositivo di ancoraggio a linea flessibile;

-Tipo D: Dispositivo di ancoraggio a linea rigida;

-Tipo E: Dispositivo di ancoraggio zavorrato.

Linea Vita: Dispositivo di ancoraggio di Tipo C

La tipologia più comune di Linea Vita è il Tipo C, ovvero il Dispositivo di ancoraggio a linea flessibile. Si tratta della vera e propria linea vita costituita da due o più supporti e da una fune flessibile, generalmente in acciaio, a cui l’operatore può agganciarsi mediante i suoi DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) in dotazione.

Questa soluzione comporta una maggiore ergonomia rispetto ai punti singoli in quanto l’operatore può compiere lunghe distanze senza mai doversi staccare dal dispositivo.

Come funziona una Linea vita?

La Linea Vita è il dispositivo di ancoraggio per tetti maggiormente impiegato nella progettazione di messa in sicurezza di una copertura in quanto consente un’ampia libertà di azione e di movimento. L’operatore agganciato ad una linea vita, attraverso un opportuno dispositivo di collegamento, è protetto da una eventuale accidentale caduta in quanto la linea flessibile raggiunta la sua massima deformazione esercita un’azione di richiamo che tende a smorzare gli effetti dell’evento.

La presenza di un elemento di assorbimento dell’energia impulsiva, che si genera in occasione di una caduta, è di fondamentale importanza, in quanto permette di attenuare lo sforzo risultante che arriva ai supporti di estremità, limitandolo a valori compatibili con l’esecuzione di un normale fissaggio strutturale.

L’installazione della Linea Vita

L‘installazione della Linea vita, deve essere eseguita in maniera assolutamente corretta, seguendo le indicazioni del fabbricante, collaudando il sistema secondo indicazione del costruttore, testandone l’efficienza e la corretta posa.

È quindi indispensabile affidare la progettazione e l’installazione di una Linea vita soltanto a personale qualificato ed esperto.

Per maggiori info: https://www.iconsnc.it/

L’industria e l’edilizia richiedono sempre più operatori su fune, un lavoro altamente specializzato che richiede professionalità e tecnica.

L’operatore su fune è un professionista che opera nel settore dei lavori in quota utilizzando come sistema di protezione diversi strumenti anticaduta, fra i quali la fune.

Gli ambiti lavorativi di un operatore su fune riguardano quasi tutti i settori produttivi.

Chi può fare lavori su funi?

Per i lavori in quota su fune è fondamentale non avere problemi con l’altezza da terra, e quindi con il vuoto. Che il vuoto possa procurare timore è assolutamente normale, ma sono sensazioni che dovrebbero sparire mano a mano che il vuoto diventa in qualche modo più familiare. Se questo non avviene significa che il vuoto ci procura un senso di ansia e paura di cui molto probabilmente ci liberemo con maggior difficoltà, o addirittura mai.

Per poter pensare di diventare un operatore su fune è quindi necessario sapere di sé stessi che il vuoto non ci ha mai procurato particolari problemi, o eventualmente bisogna sperimentare se in effetti sarà così.

Come si diventa operatori su fune?

Il lavoro su fune ha delle regole che non si basano né sul risparmio del tempo né sulle scorciatoie sulla sicurezza. Al contrario, è un lavoro difficile e molto professionale che, contrariamente a quello che si pensa, si fa anche in Italia da molti anni, con molte aziende e centri di formazione specializzati nei lavori più difficili.

Per diventare operatore su fune è necessario frequentare un Corso da Operatore per l’esecuzione di lavori temporanei in quota con l´impiego di sistemi di accesso e posizionamento mediante funi su siti Artificiali e Naturali (MODULO A).

La nostra esperienza pluriennale ci permette di formare e preparare:

– operatore – tecnici – imprese del settore sul corretto utilizzo dei sistemi anticaduta, garantendo una formazione professionale su:

lavori su fune Modulo A e Modulo B alberi

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