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Tecnicamente il metodo è sicuro e il sistema si basa su una doppia sicurezza: posizionamento (fune di lavoro) con protezione anticaduta (fune di sicurezza).

I lavori in quota su fune sono un approccio sempre più diffuso, in particolare nel settore dell’edilizia. Tuttavia, se da un lato consentono di ridurre i costi e raggiungere luoghi di lavoro inaccessibili, dall’altro richiedono lo scrupoloso rispetto di specifici requisiti e procedure.

Il sistema di lavoro con funi è costituito interamente da dispositivi di protezione individuali (DPI) anticaduta e di posizionamento sul lavoro, quindi è affidato alle attrezzature, alla competenza dell’operatore e alla sorveglianza.

Bisogna comunque porre l’attenzione al fatto che l’operatore sospeso ha poca libertà di movimento e poche possibilità di fuga: una direzione, quella delle funi, verso l’alto o verso il basso con bassa velocità di fuga verso il basso e bassissima verso l’alto. Le funi essendo disposte tra l’operatore e le lavorazioni sono esposte al danneggiamento.  Il soccorso è generalmente più complesso e richiede sorveglianza e quindi obbligo di non lavorare su funi da soli.

Tra i vantaggi del lavoro in quota su funi, rispetto a quello su struttura fissa, possiamo evidenziare:

  • maggiore agilità di movimento;
  • minore ingombro;
  • raggiungimento di aree ristrette o inaccessibili;
  • riduzione dei costi.

È una soluzione che offre particolari benefici nei settori dell’edilizia civile o industriale in cantieri temporanei e mobili, o nel settore dell’orboricoltura. Tuttavia, in caso di emergenza, il soccorso è più complesso. Quindi, sono richieste procedure specifiche e il rispetto di obblighi imprescindibili per la sicurezza, come il divieto di lavorare su funi da soli.

La nostra esperienza pluriennale ci permette di formare e preparare:

– operatore – tecnici – imprese del settore

sul corretto utilizzo dei sistemi anticaduta, garantendo una formazione professionale su: lavori su fune Modulo A e Modulo B alberi

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Due giorni di Open Days, il 12 e il 13 aprile. L’evento avrà lo scopo di mostrare e far provare con mano le novità in ambito safety.

Gli specialisti del lavoro in quota e negli spazi confinati, insieme ai loro partner tecnici, mostreranno e faranno provare dal vivo, tecniche e prodotti innovativi. In collaborazione con i partners:

  • Branach – le scale portatili anticaduta
  • Syam by Gamesystem Italia – l’anticaduta balconi e finestre più evoluto
  • E con la partecipazione speciale di Petzll con i ragazzi di Dinamiche Verticali srlrl – Agenzia Petzl Italia – i DPI e per il lavoro in fune, in quota e negli spazi confinati.

L’evento è dedicato soprattutto ad operatori su fune, installatori e montatori industriali; impiantisti, installatori di tende e serramenti e Rssp, HSE, Coordinatori alla sicurezza.

Perché è importante partecipare agli OPEN Days?

Nel 2023, è impensabile che il lavoro, che dovrebbe innalzare la qualità della vita, riempirla e contribuire alla felicità personale di ognuno, possa diventare un’occasione di esporsi a pericoli mortali nel quotidiano.

Garantire la sicurezza di un lavoratore durante l’esecuzione delle sue mansioni non è solo un dovere morale ma anche un obbligo legislativo. Ad oggi accadono ancora molti incidenti sul lavoro, ed ecco perché nel D.lgs. 81/08 viene molto spesso menzionato e ribadito il sostantivo miglioramento.

Gli Open Days si svolgeranno all’insegna dell’informazione e dimostrazione sotto la guida di istruttori e tecnici qualificati presso il nostro centro. Il centro offre un vasto ventaglio di corsi di grande qualità riproposti in un ambiente adeguato, attrezzato e che rispecchia la realtà lavorativa delle aziende.

L’ingresso è gratuito e non necessita di prenotazione. Ma se si desidera dimostrazioni su misura, basta prenotare la visita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Pubblicata la normativa sull’installatore di sistemi di ancoraggio permanenti, tra cui linea vita per tetti

Con la norma UNI 11900:2023 (in vigore dal 16 febbraio 2023), UNI definisce i requisiti di conoscenza, abilità, autonomia e responsabilità degli installatori dei sistemi di ancoraggio.

L’attività professionale dell’installatore di sistemi di ancoraggio è articolata in tre livelli: base, intermedio e avanzato.

I requisiti sono specificati in termini di conoscenze e abilità, anche al fine di identificarne chiaramente il livello di autonomia e responsabilità in coerenza con il Quadro Nazionale delle Qualificazioni (QNQ). Tali requisiti sono inoltre espressi in modo da rendere omogenei e trasparenti, per quanto possibile, i relativi processi di valutazione della conformità e quindi le procedure di certificazione.

I l capitolo 4 (“Compiti e attività specifiche della figura professional’’) riporta i compiti e le attività specifiche della figura professionale – articolati per i livelli base, intermedio e avanzato – sintetizzati attraverso un prospetto di facile consultazione (nel prospetto vengono infatti evidenziati con una ‘X’ quali compiti possono essere effettuati dall’installatore base e/o intermedio e/o avanzato).

Anche nel capitolo 5 i punti relativi alle conoscenze, abilità, autonomia e responsabilità associate all’attività professionale sono resi attraverso un sintetico prospetto per agevolarne rapidamente la comprensione.

La norma si completa con tre appendici.

L’appendice A sono definiti gli elementi utili sulle modalità di valutazione delle conformità applicabili, sviluppati tenendo in considerazione il contenuto in ambito della normazione tecnica volontaria e alla valutazione della conformità (UNI CEI En ISO/EC 17000);

Nell’appendice B vengono indicati gli aspetti etici e deontologici applicabili, compreso un inquadramento generale col fine di creare base solida per la cultura dell’integrità professionale al fine di tutelare consumatori, utenti e stakeholder pertinente.

Infine l’appendice C, contiene i requisiti minimi circa la formazione non formale dell’installatore in materia di contenuti teorici, prodotti, lavorazioni e controlli.

Continua a seguirci per altre informazioni.

Piattaforme Lavoro Elevabili: scopri quali corsi di formazione seguire e come ottenere l’abilitazione PLE

Le piattaforme aeree o PLE (Piattaforme di Lavoro mobili Elevabili) sono strumenti imprescindibili per quei lavori che richiedono di raggiungere altezze considerevoli in tutta sicurezza: la potatura degli alberi, un intervento mirato sulla facciata di un edificio, la manutenzione delle linee aeree dei tram. E proprio perché la sicurezza del lavoratore è la loro ragion d’essere, esistono precise linee guida di utilizzo delle piattaforme aeree che vanno seguite scrupolosamente prima, dopo, e durante l’impiego.

Per manovrare una piattaforma aerea serve una licenza apposita. Il Decreto legislativo 81/2008 – meglio noto come Testo unico sulla sicurezza sul lavoro – e l’accordo 22/02/2012 della Conferenza stato-regioni, identificano le piattaforme mobili elevabili come attrezzature per il cui impiego è necessaria un’apposita formazione e abilitazione.

Tale obbligo di formazione, sia teorica che tecnico-pratica, ricade sul datore di lavoro che per la formazione può rivolgersi a:

Regioni e province autonome, attraverso le proprie ASL

Ministero del Lavoro

INAIL

Associazioni sindacali di settore

Soggetti ed enti formatori autonomi riconosciuti

Aziende produttrici, utilizzatrici, distributrici e noleggiatrici delle PLE

I nostri corsi per PLE garantiscono la formazione obbligatoria per gli addetti che operano con le piattaforme di lavoro mobili elevabili.

Durante il corso vengono trattati nel dettaglio le varie tipologie di piattaforme aeree, i dispositivi di protezione individuale che è fondamentale possedere, gli elementi di rischio da considerare sia a terra che in quota, sia da parte dell’operatore che del datore di lavoro.

 

L’alternativa, se non si dispone del patentino o di qualcuno che lo possieda, è il noleggio a caldo della piattaforma aerea: cioè la formula per cui è l’azienda di noleggio che fornisce il personale in grado di manovrare la piattaforma in sicurezza.

Iscriviti al nostro corso!

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A chi spetta la scelta di quale attrezzatura deve essere indossata come protezione individuale dpi?

I DPI, dispositivi di tipo individuale, vanno assegnati a ogni singolo lavoratore, per lo svolgimento di una o più attività durante il suo turno lavorativo.

Ma chi sceglie i DPI?

Questo è un punto molto importante, perché indica con precisione chi sia il soggetto su cui cade la responsabilità di selezionare i corretti DPI utilizzati durante un turno lavorativo. Che si tratti di guanti da lavoro, di elmetti o di altre tipologie di DPI, è sempre il datore di lavoro il responsabile della scelta.

È un obbligo del datore di lavoro valutare quali siano i DPI più adatti da sfruttare da parte di ogni singolo dipendente, così come lo è acquistarli. Non solo, il datore di lavoro ha anche l’obbligo di formare i propri dipendenti a un utilizzo corretto dei DPI e quello di verificare che i diversi dispositivi siano usati in maniera corretta.

Queste norme valgono anche per i dispositivi di protezione collettivi. Per agevolare i datori di lavoro sono disponibili apposite guide, che indicano per ogni tipologia di attività lavorativa quali siano i DPI più adatti e indicati; inoltre il datore di lavoro si può avvalere del consiglio di esperti e consulenti esterni all’azienda. Fermo restando che la responsabilità della scelta rimane sempre sua.

Chi compra i DPI?

Anche per quanto riguarda l’acquisto dei dispositivi di protezione, è sempre il datore di lavoro il principale responsabile. Ha infatti l’obbligo di acquistare DPI certificati e a norma di legge e di fornirli ai propri dipendenti. In alcune specifiche situazioni il datore di lavoro può consentire ai propri dipendenti di acquistare il singolo DPI da usare durante il turno lavorativo, stabilendo eventualmente una somma massima che l’azienda è pronta a rimborsare al dipendente.

Lavora in sicurezza, cercando la qualità al giusto prezzo. Offriamo l’opportunità a diverse figure professionali di noleggiare dispositivi di protezione delle vie respiratorie, DPI, abbigliamento da lavoro, calzature antifortunistiche ecc.. con soluzioni personalizzate e su misura per ogni specifica esigenza.

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Tra le attività necessarie in ambito di Salute e Sicurezza sul Lavoro uno degli aspetti fondamentali è legato alla redazione del Documento Valutazione Rischi, meglio noto come DVR.

Il DVR è uno strumento, non un fine. Il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) è il prospetto che racchiude rischi e misure di prevenzione per la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro, ed è obbligatorio per tutte le aziende con almeno un dipendente.

Cosa deve contenere il Documento di Valutazione dei Rischi?

Gli elementi necessari per il DVR sono i seguenti:

Le prime informazioni necessarie da raccogliere per la compilazione del documento riguardano l’attività propria dell’azienda: il numero degli addetti, le mansioni svolte da ognuno, le fasi del processo lavorativo, ecc.

Il documento deve inoltre contenere:

l’anagrafica aziendale

l’organigramma del servizio di prevenzione e protezione (i dati anagrafici di tutte le persone coinvolte)

la descrizione del ciclo lavorativo

l’identificazione delle mansioni

la relazione sulla valutazione di tutti i rischi

il programma delle misure di prevenzione e protezione

il programma degli interventi migliorativi necessari.

Il Documento di Valutazione dei Rischi può essere redatto in forma cartacea oppure digitale. Inoltre, per alcune tipologie d’impresa è possibile utilizzare un DVR standardizzato per facilitare le procedure, anche se è sempre consigliabile rivolgersi a un Tecnico della Sicurezza e adattarlo al contesto aziendale specifico. Questo perché, se incompleto, in caso di un controllo, soprattutto a seguito di un incidente, il datore di lavoro rischia pesanti sanzioni.

Quali sono le sanzioni per la mancata o incompleta elaborazione del dvr?

La mancata o incompleta elaborazione del Documento di Valutazione dei Rischi può comportare pesanti sanzioni per il Datore di Lavoro. In particolare, la sanzione prevista è l’arresto da tre a sei mesi o un’ammenda da 3.071,27 a 7.862,44 euro.

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Sembra che il lavoro su fune sia la risposta rapida ed economica a tutti i lavori in quota di difficile accesso.

Il lavoro su fune è un tipo di intervento adatto a situazioni in cui non può essere allestito un ponteggio, a causa degli alti costi, quando il cestello meccanico non può raggiungere la zona di lavoro o un fondo stabile, o quando l´opera da eseguire è contenuta.

Quali sono i vantaggi dei lavori su fune?

  • Riduzione dei costi: scegliere i lavori su fune significa in molti casi azzerare le spese per l’affitto dei ponteggi, del costo per il tempo impiegato per l’installazione, di gru e altri macchinari edili.
  • Riduzione dell’impatto visivo: i lavori su fune comportano l’assenza di ponteggi permanenti per lunghi periodi di tempo.
  • Rapidità di intervento: la messa in posto dei ponteggi e dei macchinari edili rallenta i lavori, mentre gli operatori su corda possono muoversi e lavorare velocemente.
  • Suddivisione degli interventi: la velocità che caratterizza l’edilizia aerea permette di frazionare i vari interventi secondo le esigenze del cliente, interrompendo e riprendendo i lavori in qualsiasi momento.
  • Massima sicurezza: gli operai su fune lavorano autonomamente, azzerando i rischi per i passanti nei momenti di stop tra interventi successivi nel corso del lavoro.
  • Interventi mirati: i lavori su corda permettono di arrivare là dove è impossibile con i ponteggi, non ponendo quindi limiti al tipo di interventi da eseguire.

All’interno della ICON SNC ci sono molti professionisti esperti di lavoro su fune. I nostri operatori hanno tutti effettuato il corso di formazione per l’impiego di sistemi di accesso e posizionamento mediante funi su siti naturali e artificiali.

Ogni intervento viene valutato attentamente dai nostri tecnici interni che redigeranno tutta la documentazione per la sicurezza (piano operativo della sicurezza come da D.lgs 81/08) da sottoporre al responsabile dei lavori o committente prima dell’inizio dei lavori.

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Scarpe antinfortunistiche per lavori in quota

Le scarpe da lavoro rappresentano uno dei primi DPI, dispositivi di protezione individuale, che l’azienda fornisce al proprio dipendente al momento dell’assunzione.

Secondo quanto previsto dall’art.77 del D.Lgs 81/08 Testo unico della sicurezza, i datori di lavoro dovranno effettuare la scelta secondo criteri adeguati e solo dopo aver svolto un’accurata valutazione dei rischi.

Le calzature antinfortunistiche che ottemperino ai requisiti del regolamento UE 2016/425 o alla direttiva 89/686/EEC possono essere considerate DPI. Quindi risultano valido strumento di protezione per i piedi.

Le scarpe lavoro di sicurezza sono progettate e costruite in funzione del rischio da cui devono salvaguardare, in conformità alle norme tecniche europee EN ISO 20344:2011 (Metodi di prova) e EN ISO 20345:2011 (Specifiche delle scarpe di sicurezza) che impongono una protezione della punta del piede con un puntale in grado di sorreggere l’urto di 200J (energia in Joule).

La scarpa dell’operatore in quota deve essere quanto più resistente allo scivolamento possibile.

Le categorie previste dalla norma tecnica, sono 3 e si differenziano per la resistenza della suola allo scivolamento all’apice dell’uso, dopo un periodo di “rodaggio”:

SRA: calzature testate su piano in ceramica con aggiunta di detergente

Calzature SRB: scarpe testate su superficie di metallo con aggiunta di glicerina

Scarpe SRC: calzature che superano entrambi i test sopra descritti

Per gli addetti ai lavori in quota sarà quindi sempre consigliabile scegliere scarpe SRC, essendo la suola più performante delle altre.

Quale calzatura antinfortunistica ti consigliamo? Contattaci!

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L’imbracatura anticaduta è un sistema di sicurezza molto personale e deve essere scelta con determinati requisiti.

La scelta imbracatura è un’operazione da non sottovalutare e da fare con la massima attenzione. E’ importante fare riferimento alla tipologia di attività da svolgere prima di comprare l’imbracatura, tenendo conto della qualità e degli elementi che la compongono.

La normativa indica che l’imbracatura deve essere composta da cinghie:

Primarie che sostengono il peso del soggetto in caso di caduta (bretelle e cosciali);

Secondarie sono quelle che facilitano l’indosso come ad esempio la chiusura pettorale.

Come scegliere l’imbracatura di sicurezza da comprare?

L’imbracatura, in caso di caduta, deve garantire la distribuzione omogenea delle forze su tutto il corpo per far sì che il soggetto non subisca gravi lesioni o danni. Proprio per questo motivo scegliere una giusta imbracatura necessita la valutazione di molteplici caratteristiche.

Ovviamente l’imbracatura deve essere sempre conforme alla normativa di riferimento EN 361 e valutata in base al tipo di lavoro che il soggetto svolge. Alcune, come il colore o la marca possono risultare insignificanti, altre invece sono necessarie ai fini della sicurezza del lavoratore in quota.

Comodità e facilità di utilizzo

Prima di acquistare l’imbracatura è opportuno tenere in considerazione la situazione in cui l’imbracatura sarà utilizzata, da chi e in che modo.

Taglia

Una buona imbracatura dovrebbe essere aderente ma non stretta, e con tutti gli elementi che la compongono al punto giusto.

Tipo di lavoro

Ad ogni lavoro esiste un tipo specifico di imbracatura, che varieranno per il tipo di materiale, punti di connessione e altre caratteristiche, per far sì che in ogni circostanza il lavoratore sia in condizione di adeguata sicurezza.

Normativa EN 361

Un altro indicatore di sicurezza della nostra imbracatura è la scadenza, la quale è indicata dal costruttore e che si parte a calcolare dalla data di fabbricazione. Inoltre, nello scegliere l’imbracatura, è utile valutare anche il nome del costruttore e le istruzioni d’uso.

Normativa EN 365

Questa normativa dichiara che l’ispezione dell’imbracatura (o DPI) deve essere fatta almeno una volta l’anno da tecnici abilitati. Le indicazioni per le ispezioni periodiche sono descritte nel libretto fornito dal costruttore insieme alle procedure di corretta manutenzione. Inoltre, nella scheda di controllo devono essere segnate tutte le ispezioni datate e con la firma di chi ha eseguito le verifiche.

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Senza abilitazione non è consentito mettersi alla guida di qualunque carrello elevatore di magazzino, pena sanzioni severe per il datore di lavoro.

Il carrello elevatore, detto anche muletto, è un mezzo da lavoro utilizzato per il sollevamento e la movimentazione di merci, pallettizzate e non, in modo funzionale e rapido.

L’art. 37 del D.Lgs. n. 81/2008, al comma 4, stabilisce che il datore di lavoro debba provvedere affinché i lavoratori incaricati dell’uso del carrello elevatore ricevano una formazione e addestramento adeguati e specifici, tali da consentire l’utilizzo delle attrezzature stesse in modo idoneo e sicuro.

Come ottenere la patente per il carrello elevatore?

I requisiti dei corsi di formazione teorico-pratici per i lavoratori addetti alla conduzione di carrelli elevatori con conducente a bordo, a norma dell’art 73, comma 5, del D.Lgs. n. 81/2008 e s.m.i., sono stati individuati in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato e le Regioni, con apposito provvedimento emanato in data 22 febbraio 2012.

L’Accordo impone al datore di lavoro di formare, con adeguati percorsi obbligatori, gli utilizzatori di carrelli elevatori in merito ai rischi tecnici e strutturali del luogo di lavoro e di informarli su tutte le misure necessarie per la tutela della sicurezza e della salute.

Dopo aver seguito il programma previsto e superate le prove di verifica, il corsista sarà abilitato alla nomina di carrellista, con il rilascio dell’abilitazione alla conduzione del carrello elevatore valida 5 anni. Al termine del periodo previsto l’operatore dovrà partecipare a corsi di patente del muletto di aggiornamento.

Corso Base Carrello Elevatore

Il corso base per ottenere la patente per muletto è suddiviso in due fasi, una pratica e una teorica e consiste, per legge, in un percorso di 12 ore.

La parte teorica può essere fatta in modalità FAD (formazione a distanza) garantendo così al partecipante la possibilità di seguire una quota parte del corso in base alle proprie disponibilità, acquisendo tutte le nozioni e informazioni previste dalla normativa.

La parte pratica deve invece essere fatta in presenza, per garantire l’acquisizione delle competenze previste.

Al termine, l’operatore sarà abilitato all’uso del carrello elevatore e sarà in grado di preparare e condurre il mezzo di lavoro in completa sicurezza.

Corso Aggiornamento Carrello Elevatore

Il corso di aggiornamento per carrelli elevatori, invece, ha una durata di 4 ore e si rivolge a tutti i lavoratori incaricati della conduzione di carrelli e che necessitano del rinnovo dell’abilitazione. Il corso di aggiornamento, secondo le normative, deve essere effettuato necessariamente in aula.

Per accedere ai corsi è importante sapere che tutti i partecipanti sono sottoposti al test di tossicodipendenza e devono, per legge, aver compiuto i 18 anni d’età.

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